“Il fabbisogno per la gara protesi era ampiamente gonfiato. Ma così tanto gonfiato che è scoppiato facendo molto rumore. E c’è pure un esito paradossale: la gara per circa 3miliardi e 270milioni, era addirittura inferiore rispetto alla somma dei fabbisogni e per una somma pari a più di 15milioni di euro. Ma per quale motivo, escludendo l’incompetenza? Forse per ridurre la platea dei partecipanti e quindi turbare la gara? Staremo a vedere. Nel frattempo, ecco i dati sulla gara protesi, che abbiamo compilato in formato Excel, dopo l’invio dei dati da parte di InnovaPuglia, e supplendo – come al solito – alla grave carenza dell’amministrazione regionale, mai in possesso di dati e quindi sempre in ritardo rispetto ai problemi e alle soluzioni.”
Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i Consiglieri Sergio Clemente, Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale sanità Alessandro Nestola.
“Una gara da 3 miliardi 254 milioni di euro che avrebbe dovuto essere – addirittura – da 3 miliardi e 270 milioni euro: è infatti pari a 15 milioni e 160 mila euro il fabbisogno mancante, riferito totalmente al Policlinico di Bari e al sottogruppo biomateriali.
Nel rapporto che Innovapuglia ci ha fornito, risulta evidente che per il sottogruppo biomateriali siano totalmente saltate dal conteggio delle quantità quadriennali le richieste del Policlinico di Bari per i lotti 444, 445, 446, 447, 458, 467, 474 e 477. Ciò significa 11.440 unità in meno per una spesa prevista di 15.160.000 milioni di euro rapportati al prezzo unitario a base d’asta.
Al netto di specializzazioni che per fortuna in Puglia non mancano, altrimenti la mobilità passiva che ci costa oltre 240 milioni di euro avrebbe gravato ancora di più i bilanci pubblici, risulta alquanto sproporzionata la richiesta in termini di quantità pervenuta dalle aziende ospedaliere, universitarie, irccs e policlinici.
E questo lo ha detto molto chiaramente il TAR Puglia che ha annullato la gara: “Esaminando gli atti di gara emerge che il discostamento della stima dei fabbisogni dal dato della spesa storica è significativo e privo di qualsivoglia giustificazione; più specificamente emerge dal Rapporto del Ministero della salute che la spesa complessivamente registrata per l’anno 2019 per il consumo dei dispositivi medici direttamente acquistati dalle strutture pubbliche del Sistema sanitario nazionale (cd. flusso consumi) è stata di 5 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale; e, in particolare per la Regione Puglia, è stata di euro 349.196.899. Diversamente, per
il prossimo quadriennio e soltanto con riferimento ai dispositivi ortopedici oggetto di gara, è stato stimato un fabbisogno pari ad una spesa complessiva superiore a 3 miliardi.
I dati si commentano da sé, quand’anche si valorizzi – e va in effetti valorizzata – la circostanza del forte ridimensionamento della spesa storica regionale in ragione dei significativi tagli resi necessari dal piano di risanamento”
La domanda quindi continua ad essere la stessa: come sono stati compilati i fabbisogni?
Sono state interpellate, ad esempio, le farmacie ospedaliere che, siamo certi, grazie alla digitalizzazione che alla Puglia, e quindi ai cittadini pugliesi, costa ogni anno moltissimi soldi, avrebbero potuto inviare con un semplice click il consumo medio di ogni prodotto messo in gara?
Oppure non si è tenuto conto dello storico, proprio come dice il TAR, e i quantitativi richiesti sono stati compilati in libero arbitrio da qualcuno che ha riportato lo stesso quantitativo sui tanti lotti richiesti?
Crediamo inoltre che le maxi gare escludano di fatto numerosissime aziende anche pugliesi che, probabilmente, potrebbero, con maggiore concorrenza, far risparmiare moltissimo alla sanità pugliese.
Ma la Giunta regionale si è posta queste domande? Noi continueremo a chiedere, in attesa di risposte trasparenti che possano finalmente fare chiarezza sulla vicenda.”