“Sul recupero delle liste d’attesa si rischia di buttare al vento 30milioni di euro. I Piani presentati dalle singole Asl, eccetto il Policlinico di Foggia e Asl di Taranto, presentano gravissime carenze nella ricognizione delle prestazioni non eseguite, fanno affidamento sul coinvolgimento dei privati, senza tener conto delle norme sui tetti di spesa e senza valutare le possibilità di utilizzare risorse interne, e agiscono non per singole prestazioni aggiuntive ma per ore di lavoro. Insomma, è già servito il piatto fumante dell’insuccesso. E mentre ciò accade, Emiliano occupa le sue giornate a organizzare il suo sistema di potere e le sue trame, come se la politica fosse solo un grande gioco di società.”
Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e i Consiglieri Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.
“Il Piano del Policlinico di Foggia è l’unico chiaro, quadrato e si presenta dotato di poche pagine strettamente sobrie e operative.
Le prestazioni di specialistica ambulatoriale da recuperare sono 16.024, mentre sono 1.624 quelle di ricovero per prestazioni chirurgiche. Il numero totale delle prestazioni dovrà essere ripulito attraverso un recall e le ore aggiuntive saranno attribuite e pagate previo calcolo sui tempi medi di esecuzione della prestazione, facendo affidamento esclusivo alle risorse di personale interno.
A tale scopo sono state fissate le ore in attività aggiuntiva per il totale delle prestazioni da recuperare prima del recall, pari a 11.004 per i dirigenti medici, 2.869 per i tecnici e 4.514 per gli infermieri. La fissazione del tetto medio orario sul massimo potenziale delle prestazioni (pre-recall), genererà a valle del recall – ovviamente – sia un monitoraggio accurato che eventuali risparmi e minori sprechi di risorse economiche.
Il Piano di recupero della Asl Taranto si presenta estremamente corposo, con elementi di notevole dettaglio, però bisognoso di un riepilogo riassuntivo per meglio consentire la valutazione e soprattutto il monitoraggio.
In ogni caso: a parte il problema del ricorso al previsto ricorso al privato accreditato – probabilmente in violazione dei tetti di spesa – il Piano della Asl di Taranto prevede il recupero di 123.644 prestazioni di specialistica ambulatoriale, per 41.215 ore di lavoro, e 3.447 prestazioni in regime di ricovero o day service, per 6.981 ore di lavoro, con specificazione del numero di prestazioni per ogni ora, con ovvia differenziazione per complessità.
I Piani delle altre aziende, invece, si presentano con poca chiarezza e notevoli carenze.
Asl Foggia. Le prestazioni di specialistica ambulatoriale da recuperare sono 95.014, mentre sono 457 quelle di ricovero per prestazioni chirurgiche. Non è prevista un’operazione di pulizia delle liste attraverso il recall, mentre il numero di prestazioni specialistiche da effettuare è stato stimato al 50% per la specialistica, ossia 47.507, e al 100% per i ricoveri (457), senza alcun calcolo sui tempi medi di esecuzione delle prestazioni da recuperare, ovvero senza il riparto delle ore in attività aggiuntiva tra le diverse professionalità, prevedendo – probabilmente in violazione dei tetti di spesa – la possibilità di ricorrere a strutture private accreditate.
Asl Brindisi e Asl Bari. I Piani si presentano con un’ampia trattazione narrativa e scarsa sobrietà operativa.
Non sono indicati gli elementi essenziali di un piano di recupero, ossia numero di prestazioni totali da recuperare in specialistica ambulatoriale e ricoveri, modalità di pulizia attraverso il recall, calcolo del tempo medio orario per prestazioni e riparto delle ore per le diverse professionalità.
Asl Bat. Le prestazioni di specialistica ambulatoriale da recuperare sono 53.149, mentre non sono indicate quelle di ricovero per prestazioni chirurgiche. Non è prevista un’operazione di pulizia delle liste attraverso il recall, non c’è calcolo sui tempi medi di esecuzione delle prestazioni da recuperare e non è presente il riparto delle ore in attività aggiuntiva tra le diverse professionalità, prevedendo – probabilmente in violazione dei tetti di spesa – la possibilità di ricorrere a strutture private accreditate.
Asl Lecce. Non sono indicate le prestazioni di specialistica ambulatoriale da recuperare, mentre sono indicate – sia pur come stima comunicata dai dirigenti medici – quelle di ricovero per prestazioni chirurgiche, pari a 5.171; ricorrere a una stima, ovviamente, rappresenta un limite d’elaborazione del Piano.
Mentre è prevista un’operazione di pulizia attraverso recall delle prestazioni di specialistica ambulatoriale (anche se non viene fornito – come detto – il dato di partenza delle prestazioni in attesa, non è altrettanto previsto per le prestazioni di ricovero; non c’è il calcolo sui tempi medi di esecuzione delle prestazioni da recuperare e non è presente il riparto delle ore in attività aggiuntiva tra le diverse professionalità, prevedendo – probabilmente in violazione dei tetti di spesa – la possibilità di ricorrere a strutture private accreditate per le prestazioni radiologiche ad alto costo e complessità.
Policlinico di Bari. Il Piano presenta solo una scarna tabella su una prima ipotesi di prestazioni aggiuntive, indicando il costo pari a 1.385.236,60.
Non sono indicati gli elementi essenziali di un piano di recupero, ossia numero di prestazioni totali da recuperare in specialistica ambulatoriale e ricoveri, modalità di pulizia attraverso il recall, calcolo del tempo medio orario per prestazioni e riparto delle ore per le diverse professionalità.”