Mentre in cronaca va in onda la Regione che brucia per l’ennesima crisi morale da tangenti e mazzette, Emiliano non ha nulla da dire e si occupa del suo terzo mandato e di noi. Fa tutto questo dal basso del suo continuo mercanteggiare posti e negoziare cambi di casacca da una coalizione all’altra, reclutando i voltagabbana dei Cinquestelle e qualche peripatetico del centrodestra, così violando il risultato elettorale del 2020.
Emiliano in realtà è ossessionato dal suo narcisismo e da noi; dalla sua egomania che poco si concilia con la nostra decisione di pensare con la nostra testa e dire con coraggio ciò che non va.
Emiliano ormai parla da solo. Se si esclude qualche personaggio manzoniano – sgherri, azzeccagarbugli e donne Prassede – non c’è nessuno tra i partecipanti alle sue riunione disposto ad avallare le sue opinioni inutili senza provare imbarazzo.
Discorsi e dichiarazioni fiume, affastellando parole a parole e tradendo impegni presi in favore di persone a cui dichiara falsamente amicizia e affetto (Decaro), per servire come un piatto fumante la commedia della menzogna e delle sue speranza sul terzo mandato. Ma terzo mandato di che? Per quale merito specifico? Forse la sanità e le sue liste d’attesa? Ma ci faccia il piacere!
Anche i suoi adulatori più costanti stanno preparando il suo pensionamento, lasciando alla storia l’onere impossibile di registrare una sola cosa concreta per il benessere delle persone a cui Emiliano potrà legare il suo nome; alzi la mano, cittadino, politico o giornalista, in grado di fare un elenco di cose fatte da Emiliano per dimostrare il contrario.
Noi siamo fieramente all’opposizione di Emiliano, lo tranquillizzino i suoi sodali e parenti, ma due sole cose non possiamo fare: disinnescare il nostro impegno, nei ruoli che le regole istituzionali assegnano ai Consiglieri regionali in quanto tali, per controllare e sventare gli effetti di magagne, ritardi e omissioni del governo Emiliano, in particolare nella costruzione dei nuovi ospedali; evitare di portare nelle istituzioni locali il nostro contributo per poter amministrare al meglio le città, dialogando con chi la pensa come noi sui problemi concreti, senza pregiudizi e a prescindere dalle assurde e incivili regole di posizionamento politico che Emiliano vorrebbe imporre a tutti, come se egli avesse la proprietà delle istituzioni e della testa delle persone.
Dichiarazione del Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e dei Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea capogruppo.